L’attività di studi e ricerche di EGEdA è indirizzata agli aspetti teorici-di base e applicativi della ricerca scientifica-tecnologica inerenti a: economia-finanza, tecnologia e gestione d’azienda. Ricerche volte a realizzare progetti aziendali nel rispetto della “catena dell’innovazione” che dalla ricerca di base passa a quella applicata “d’impresa”, di diversi settori economici e finalità, trasformando le predette fasi in prodotti aventi valore economico di mercato.
Quest’area di attività, sinergica e integrata alle altre tre (editoria, formazione e consulenza), costituisce il momento propedeutico originario di generazione e acquisizione delle conoscenze, in particolare dei “nuovi saperi“, il cui trasferimento ad altri soggetti è affidato all’editoria (produzione e pubblicazione di media eterogenei) e all’istruzione-formazione, nonché ovviamente allo scambio di esperienze operative sul campo (on the job).
L’ambito geografico d’interesse e realizzazione dei processi di ideazione e sviluppo degli “oggetti” di ricerca, indicati nella pubblicazione dei bandi, è, grazie alla Rete, la globalità del mondo limitatamente all’insieme dei Paesi che adottano modelli di “economia di mercato riconosciuta” e possono essere politicamente qualificati “democratici”, rispettosi dell’ambiente naturale e dei diritti civili dell’umanità.
I soggetti che possono partecipare all’attività (a prescindere dalle loro finalità lucrative o non lucrative), previo “accreditamento culturale ed etico”, sono diverse tipologie: persone fisiche, di qualsiasi età, in possesso delle competenze richieste dal progetto specifico; ricercatori indipendenti; persone giuridiche pubbliche e private aventi attività economica o interessi alla realizzazione del progetto; in generale: istituti, laboratori, distretti tecnologici, enti e centri di ricerca, parchi scientifici-tecnologici, incubatori ed enti impegnati a favorire la creazione di imprese innovative, università e chi vuole “fare rete” con altri soggetti che operino in coerenza con la filosofia di EGEdA.
Sotto il profilo oggettivo trattasi di ricerca scientifica-tecnologica teorica e soprattutto applicata, accompagnata da un’informazione trasparente, in coerenza con l’etica e le esigenze sociali-ambientali; quindi innovazioni radicali nei prodotti e processi produttivi – distributivi in linea con i concetti di:
- quarta rivoluzione industriale, la cosiddetta industria o manufactoring 4.0, caratterizzata da integrazione della filiera economica, big data – open data, cloud computing, internet of thing (IOT), prodotti e servizi tecnologici di integrazione interessanti tutta la filiera o catena d’offerta (supply chain) dalla progettazione sino all’analisi dei comportamenti del singolo consumatore finale; processi produttivi, logistici, magazzini automatizzati e robotizzati; sistemi informativi aziendali modulari e integrati all’interno e all’esterno (intersoggettivi e connessi alla Rete); produzioni flessibili, integrate e controllabili lungo tutta la catena d’affari, con centralità sull’ultimo passaggio e sui comportamenti del consumatore/utilizzatore finale;
- terza rivoluzione commerciale, il cosiddetto commercio 3.0, basato sulle “nuove finalità” del punto vendita o negozio, sia esso fisico o virtuale (con funzioni di e-commerce), in linea con i nuovi concetti evolutivi commerciali, ovvero da punto ad accesso vincolato a quello a libero servizio (self service market), da punto vendita o punto vendita/espositivo a punto espositivo/vendita interattivo con la filiera e soprattutto col consumatore (con funzionalità connesse/disgiunte alla vendita/distribuzione dei prodotti) e con dotazione contestuale, integrata e in tempo reale di tutte le informazioni sul cliente, ovunque esso sia, richiedente o destinatario del contatto (marketing one to one), o ancor meglio, assicurando le stesse funzioni da magazzini automatici centralizzati con distribuzione fisica ottimizzata e visibilità-disponibilità su tutta la gamma dei prodotti. Il “punto vendita” assolve così alla funzione propria di “vetrina informativa” globale.
La globalizzazione e diffusione di Internet hanno causato: la riduzione della vita media del prodotto, l’affermarsi del concetto di gestione della filiera e delle relazioni orizzontali fra le imprese, con ulteriore enfasi sui flussi di informazioni e riduzione dei tempi fra l’ideazione del prodotto e il suo sfruttamento commerciale (time to market); quindi con conseguente riformulazione dei processi di innovazione. La chiave di tutto resta la partnership con le imprese: una collaborazione reciproca attraverso lo scambio di know-how e di tecnologie, riducendo il grado di incertezza relativo allo sviluppo di nuovi prodotti.
Quanto sopra utilizzando nuove tecnologie digitali di comunicazione (ICT), modificando i pregressi modelli di economia degli affari con un forte presidio sull’intera filiera, dal produttore al commerciante (BtB) e sino al consumatore/utilizzatore finale (BtB → BtC), secondo le logiche di massima personalizzazione del prodotto-servizio e dei rapporti con il cliente, adottando metodologie che possono trovare applicazione nell’artigianato e nella piccola-media industria.
Ogni bando avente per oggetto un progetto di ricerca e sviluppo (R&S o R&D research and development) viene attivato previa definizione di: i) ambito progettuale economico-aziendale, ovvero se si tratta d’ideazione-realizzazione a livello di PRODOTTO, PROCESSO, SOTTOSISTEMA o MERCATO-MARKETING; ii) AMBITO DISCIPLINARE SCIENTIFICO-TECNICO, già oggetto di nostro studio e classificazione.
Fra gli obiettivi indiretti vi sono quelli di contribuire a: i) colmare il ritardo della ricerca italiana, specie da imprese che immettono sul mercato tecnologia avanzata (hight-tech) e da start-up innovative, con miglioramento del rapporto investimenti/Pil; ii) migliorare il rapporto fra ricerca finanziata da soggetti privati rispetto a quella sostenuta da contributi pubblici, in Italia completamente sperequato rispetto ad altri Paesi; anche da qui il fatto che l’Italia è ai primi posti come numero di pubblicazioni scientifiche, ma agli ultimi nella registrazione dei brevetti. Un altro obiettivo è di mettere in contatto soggetti diversi, evitando contrapposizioni, in una realtà di mercato richiedente competenze multidisciplinari, oltreché naturalmente specialistiche, che si realizzano solo attraverso lo scambio continuo di cultura ed esperienze fra individui cooperanti. Così la ricerca deve diventare luogo aperto all’incontro creativo-culturale. Ciò in particolare fra “enti di ricerca” e imprese operanti sul mercato con finalità lucrative, (logica research to business R2B o RtB), specie per quelle di piccole-medie dimensioni che più di altre hanno difficoltà a investire ed eseguire attività di ricerca e sviluppo.
Per EGEdA il momento finale di effettiva e reale valutazione dell’attività di ricerca è rappresentato dallo sfruttamento economico del progetto innovativo dato dalla registrazione del brevetto e dall’immissione sul mercato del correlato “oggetto”, onde assicurare il ritorno economico dell’investimento, quale indispensabile passaggio per alimentare le attività. Per lo sfruttamento economico del progetto i soggetti innovatori e i ricercatori possono eventualmente rivolgersi alle attività di consulenza e assistenza di EGEdA (elaborazione del piano strategico di fattibilità patrimoniale-reddituale o business plan, ricerca di finanziamenti a sostegno dell’iniziativa, eventuale registrazione del brevetto, creazione di start-up e accordi di partnership, limitatamente all’ambito privato).
Attualmente fare ricerca vuol dire avere la consapevolezza di usare la conoscenza come “fattore primario di produzione” e di abbandonare il modello economico della produzione di massa, indirizzando invece l’attività verso un modello sostitutivo basato sulla qualità e sul valore aggiunto dei prodotti-servizi tramite “imprese a conoscenza intensiva”. Occorre concepire i prodotti-servizi come soluzione alle necessità del consumatore/utilizzatore; un approccio rivoluzionario che cambia e innova i modelli di attività economica
L’attività di ricerca di EGEdA è indirizzata e orientata non solo dall’alto al basso (logica top-down), dal Comitato Scientifico che definisce il contenuto e la scelta del progetto, su iniziativa interna o esterna (committente), al singolo ricercatore, ma anche viceversa dal basso all’alto (logica bottom-up), ossia da parte di ricercatori di istituti e indipendenti terzi, esperti accreditati o persone appartenenti a soggetti partecipanti.
L’obiettivo finale a chiusura lavori è quello di “tendere a massimizzare l’intersezione dei contenuti” formata tramite l’apporto bidirezionale (top-down ↔ bottom-up) come definita dal gruppo di progetto. Ogni innovazione è sviluppata da un “gruppo di progetto” aperto a tutte le componenti scientifiche e tecniche accreditate, con durata predeterminata sulla base di contenuti predefiniti dal Comitato Scientifico, con pubblicazione nell’apposito spazio dedicato ai bandi.
La logica generale adottata da EGEdA è ispirata, con alcune eccezioni indicate nei singoli bandi, ad alcuni modelli di riferimento.
- Ricerca su richiesta (research on demand) o su commessa, consistente nell’inversione del rapporto tra domanda e offerta d’innovazione, andando incontro alle esigenze e richieste di ricerca e sviluppo formulate dalle aziende e non viceversa;
- Ricerca aperta od “open innovation” (Henry Chesbrough), secondo la quale le imprese devono fare ricorso, nella creazione e sviluppo di prodotti innovativi, non solo a risorse interne, ma soprattutto o esclusivamente a risorse esterne; in contrapposizione alla ricerca-innovazione tradizionale concepita come “ricerca chiusa”, cercando di acquisire le migliori innovazioni che i diversi soggetti cooperanti e collaboranti possono offrire, trasferendole dall’esterno all’interno; collaborazione aperta, in senso lato del termine con “tutti i cittadini” (senza aprioristiche esclusioni), in particolare laddove esiste una società culturalmente evoluta, come nelle grandi città.
La nostra attività di ricerca è allineata ai concetti e alle disposizioni espresse dall’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) e dall’ERC (European Research Council o Consiglio Europeo della Ricerca).